Last day of Summer, l’ultimo giorno d’estate o se preferite quella sensazione dolce amara dell’autunno che ruba la scena all’estate.
Ieri ho acceso la brace, tutto faceva pensare ad una giornata come tante; eppure il vento in tempesta e il mare che ruggiva ha permesso alla mia mente di perdersi fra i flutti.
Perdercisi pensando ai vini bevuti? Why not!? Perchè mai non liberarsi di sovrastrutture e provare a relazionarsi in maniera libera ed anarchica?
But the last day of summer
the cure
Never felt so cold
The last day of summer
Never felt so old
Never felt so…
Last day of Summer…
Sicuramente ad avermi dato questa sensazione abbastanza unica hanno contribuito veramente due vini assurdi! Due vini che ti lasciano fluttuare nella tua stessa musica.
Siete pronti?
Last day of Summer…
Croce di febo 2017 Rosso di Montepulciano
Il primo vino che abbiamo bevuto era un rosso di Montepulciano 12,5 vol di pura magia.
Il produttore è…
Croce di Febo (in link la scheda del vino)
Produttore biodinamico che quando parla non sta li a raccontarti cose incomprensibili. Un vino fresco e meravigliosamente marino, con in se dei profumi di terra e di polvere … ci ha fatto veramente impazzire.
Se vi chiedete come mai, presto detto!
90% Sangiovese e 10% Cannaiolo nero (proporzioni che possono cambiare di anno in anno): questo vino non fa ne acciaio ne legno. La grande intuizione sta nel fare un vino con vinificazione separata delle due qualità d’uva e come recipiente vengono usate tutta una serie di anfore di vari materiali e tipologie.
In questa maniera io trovo che il vino in questione acquisti tridimensionalità e una spiccata capacita di volare in alto… come la vela di un kite surf.
Quando l’abbiamo stappato e bevuto ci ha stupito e emozionato per la gentilezza e la grazia; non è un vino da ventre villoso, semmai è molto femminile.
Con questa interpretazione del rosso di Montepulciano Croce di Febo dà dignità ad una tipologia che spesso è vista come la sorella sfigata dei fratelli maggiori.
Io però non sono d’accordo: Rosso di Montalcino, Rosso di Montepulciano , Barco Reale di Carmignano… questi che sono i primi vini delle grandi denominazioni che amo spesso, sono vini che meriterebbero molta più attenzione!
Per Febo è bastato un diverso approccio per creare un vino che non ti stancheresti mai di bere, con elementi in perfetto equilibrio e come firma questa freschissima capacità di pulire il palato.
Poi, il motivo per cui mi piacciono i veri Biodinamici: rompono gli schemi.
!2,5% di volume alcolico: invece di puntare su concentrazione e forza, si è puntato su quella meravigliosa capacità che ha la spuma del mare, si sente a chilometri di distanza, quando il mare è mosso!
Senza se e senza ma, un vino stratosferico e tutto questo con soli 20mg\l di solforosa! Infine, sulla scheda tecnica del vino leggiamo che è un vino a cui non vengono inoculati lieviti selezionati. Approvato!
Last day of Summer…
Cantine Villa Dora Gelso Nero 2012
Del secondo vino invece già abbiamo parlato quattro mesi fa in questo video
La rivista Forbes aveva già parlato dell’azienda di Terzigno a me tanto cara, ma questo mese ha pubblicato un articolo assai interessante in cui raccontano come il vino di Villa Dora sia uno dei grandissimi vini Italiani.
Guardate un pò qui?
Mentre il vento montava e in riva al mare confondeva i pensieri. Mentre le onde ruggivano e la spuma rendeva fluttuante l’aria, noi a casa arrostivamo il deretano di un mammut e stappavamo questo spettacolo dell’enologia europea.
Cantine Villa Dora produce questo gioiello di Aglianico e piedirosso nel versante meno noto (enologicamente parlando) del Vesuvio, quello che non guarda verso il mare e nascosto da tutto e da tutti.
Naso potente e avvolgente in cui il frutto baratta l’anima con note di pietra e grumi di seducente oscurità; un vino che ti racconta gli ultimi raggi di sole mentre il mare ruggisce e in cuor tuo, anche se fai lo spavaldo, sai che basterebbero pochi passi per essere avvolto e strappato alla tua esistenza terrena.
Il sorso vi porta molto lontano, molto a lungo: su note di frutto maturo e potente c’è un intero bosco di erbe aromatiche e balsamiche.
Non lavorando io per Villa Dora, ciò che vi consiglio è cercare una buona enoteca on line…lo sconto io non ve lo do visto che non attuo politiche commerciali. Compratevene quanto potete e volete!
Questa azienda, merito anche della terra vulcanica, ha sia sui rossi e sia sui bianchi una capacità di invecchiamento mostruosa: parliamo di bianchi dei quali oggi sono perfettamente maturi il 2006 e il 2004, mentre per i rossi sono convinto che reggono tranquillamente il mezzo secolo se conservati bene!
Pensate che questo vino che affina in botti di secondo – terzo passaggio, oggi nell’annata 2012, appare giovane ma in perfetto equilibrio. Credetemi – o provate a farlo! -, un piccolo capolavoro di quello strano territorio che è il Vesuvio!
E finisco dicendovi: scusatemi se non so Forbes, e non tengo la loro autorevolezza(!), ma io di Villa Dora sono già da diversi anni che ne parlo. Ma forse le mie parole, come pazzo profeta , volano nel vento… come la sabbia che alla fine è finita fra i nostri denti mentre il mare in tempesta ci raccontava epilogo di un estate che, almeno io, sono sempre contento veder finire!