Riflessioni sul vino: due sangiovese a confronto.
Riflessioni sul vino: cosa vuol dire Sangiovese ?
Quando ci si trova dinanzi a un vino fatto con uno dei vitigni più coltivati d’Italia esiste ancora qualcosa da dire ?
Questa, e mille altre domande, mi sono passate per l’anticamera del cervello l’altra sera quando ho messo a confronto due bellissimi Sangiovese in purezza, praticamente Toscana mon amour .
Il chianti riserva Redibo 2015 del Corniale e Zac 2015 del principe Corsini; potrebbe a qualcuno sembrare un confronto ad armi impari, un po’ come quando gli aztechi si difesero dai conquistador…. E invece non è così .
Riflessioni sul vino: il Corniale 2015 chianti DOCG Redibo
Redibo nasce da una selezione di uve Sangiovese, lo scopo è quello di ottenere un vino strutturato e complesso, adatto a un lungo affinamento. Deve il suo nome a un motto che si può trovare sulle meridiane: (Redibo, tu nunquam), in onore allo scorrere del tempo.
Zona di produzione
Montaione (Firenze)
Vitigni
Sangiovese
Affinamento
50% in barrique di rovere francese e 50% in botti di rovere di Slavonia per 24 mesi. Affinamento finale in bottiglia.
Grado alcolico
14% Vol
Questa la scheda in sintesi di questo bel vino e ora passiamo alla zombi analisi .
Quando analizzo un vino che nasce da un vitigno che bevo più che spesso do per scontato che potrebbe tranquillamente essere una palla, ovvero un clone di un clone di una marea di vini che ho bevuto: con il sangiovese il rischio c’è e c’è ancore di più quando si sente parlare di Chianti .
Il Chianti, non è una denominazione, è una serie di denominazioni, luoghi , sigle, riserve e selezioni che rendono complesso capirci qualcosa (al punto che meriterebbe un corso a se) e se parliamo di Chianti purtroppo non parliamo neanche di un blend di uve uguali per tutti .
C’è tanta si quella anarchia da fare a volte venir voglia di abbandonare tutto e non bere più; per questo io ormai se leggo Chianti (non classico) analizzo il vino come se non sapessi di cosa stiamo parlando e poi solo dopo mi studio meglio l’azienda e le scelte enoiche.
Il Corniale si comporta molto bene nel bicchiere , supera la mia attenzione e finisce nel crearmi un emozione .
Questo perché non andiamo a fare i pippolotti stupidi ma essenziale per il grado di maturità del vino . In questo chianti c’è la promessa della maturità, un bellissimo naso complesso e tridimensionale, si percepisce bene il vitigno sangiovese con quella sua allegra nota di arancia che tanto amo, ma anche l’evoluzione dello stesso .
Nel bicchiere non è un vino giovanissimo (non vecchio attenzione) ma si percepisce bene una certa intenzione ad andare verso le note evolutive.
In bocca è proprio , proprio proprio buono! Goloso un po’ porcello complice e radioso, ma nuovamente tornano quelle note di studio di legno pelle e bosco dopo piovuto .
Quanto sarà la capacità di evoluzione di questo vino? Non credo immensa, credo che sia un vino da bere bene nei prossimi 10 anni al massimo, ma non credo che questo sia in difetto anzi ! Perdersi la vibrante complessità in cui sta adesso per cercare di comprenderne la collocazione gerontofiliaca sarebbe uno sbaglio; è da bere ora e solo dopo da capire se era una storia di sesso fra due perone incontrate per caso in un bar di Boston oppure se diverrà una famiglia !
Queto ragazzi hanno fatto un vino buonissimo , dal attitudine punk rock ! Non pulito e gentile come un romanzo rosa ma con tutta la velocità e la forza di un disco dei Murphy
Bomba a mano vera !
Riflessioni sul vino: Zac IGT Toscana Sangiovese 2015 Principe Corsini .
Vitigno 100% Sangiovese proveniente da un solo vigneto, Gugliaie
Affinamento 15/18 mesi in barrique prevalentemente usate e poi 12/15 mesi in bottiglia.
cru aziendale, dalla vendemmia 2016 è entrato a far parte della famiglia delle gran selezioni.
Significato del nome Zac= zia Anna Corsini
La produzione è iniziata nel 2008.
Rosso rubino intenso , luminosissimo .
Un sangiovese che taglia la scala cromatica dando nuovo significato alla parola profondo .
Il naso di questo ragazzo è sontuoso inquietante quando solo un castello medioevale sa esserlo .
Qui tutto parla di equilibrio. Quando il sangiovese è declinato così , i tannini , diventano una specie di cappotto, non sono nè verdi n’è soverchianti, la loro trama da nobiltà al vino e anche una promessa di enorme longevità.
Son questi i vini che vale la penso mettersi in cantina a invecchiare , nei decenni daranno meravigliose sorprese sempre che si sia abbastanza pazienti ( e visto quanto so boni la vedo difficile).
Se fosse musica? Se fosse emozione eterea e impalpabile: non potrei che suggerirei di berne un bicchiere ascoltando questo trio
Riflessioni sul vino: conclusioni.
Perché ho messo questi due vini uno accanto all’altro ? Sia perché il caso me li ha fatti bere assieme e sia perché mi ricordano molto una certa dicotomia: il Sangiovese del Corniale è maturo e ha vissuto qualcosa che lo fa stare lì; non è morente ( anzi ) ma il suo modo di essere è segnato da questa matura consapevolezza.
Può essere che ci si sbagli e proprio come il ragazzo imbruttito e nerd che però quando canta tu spettina e lascia tutto senza parole, ma la sua attuale maturità lo fa essere un vino golosissimo e senza troppi pensieri per il futuro .
Al contrario Zac è attendere ai piedi della scala a chiocciola che la nostra bella ragazza scenda in abito da sera : un emozione indescrivibile
Fatto sta che la duttilità del Sangiovese non smetterà mai di stupirmi, è vero che in molti casi da vini anonimi, acidi, insipidi e dai tannini che come ossidiana tI tagliano il palato , ma quando sono ben arrangiati creano sinfonie che parlano direttamente all’interno dell’amigdala !
Vini come questi a prescindere non possono stare su un social, devono essere ricordati e mantenuti nella memoria e l’unico modo per poterlo fare è appunto quello di scriverci due righe.
Spero che questa riflessione vi possa essere d’aiuto, personalmente io mi sento ancora, dinanzi al sangiovese, un pulcino (o se preferite un corvo sopra una lapide) ho ancora una marea di cose da imparare.
Ma sicuramente il Sangiovese, e Lo scoprilo, a prescindere da doc e da igt, può darci una chiave di lettura molto importante che poi non è altro che quella dell’umanità.